→ Dal 5all’8 novembre 2021 presso il Teatro Niccolini di Firenze appuntamento con Amore, di Spiro Scimone, con Spiro Scimone, Francesco Frameli, Gianluca Casale, Giulia Weber, regia Francesco Sframeli. (FB: @teatroniccolini – IG: @teatroniccolinifirenze)

Teatro Niccolini

Firenze

L’amore alla prova del tempo, Scimone Sframeli
al Teatro Niccolini di Firenze con lo spettacolo Premio Ubu



Da venerdì 5 lunedì 8 novembre – ore 19,30 (dom 7 ore 16)
Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze
Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne Toulouse


AMORE


Di Spiro Scimone
Con Spiro Scimone, Francesco Sframeli,
Gianluca Casale, Giulia Weber

Regia Francesco Sframeli


Il vecchietto e la vecchietta, il comandante e il pompiere… Il tempo è sospeso e, forse, stanno tutti prendendo parte al loro ultimo giorno di vita.
Premio Ubu come miglior novità/progetto drammaturgico e miglior allestimento scenico, lo spettacolo “Amore” della Compagnia Scimone Sframeli va in scena da venerdì 5 a lunedì 8 novembre al Teatro Niccolini di Firenze.
Inizio ore 19,30 (ad eccezione di domenica 7, ore 16). Biglietti posti numerati 17/20/27 euro. Prevendite sul sito ufficiale www.teatroniccolini.com, su www.ticketone.it e nei punti prevendita di Box Office Toscana. Sconto per soci Coop, under 21 e over 65. Si accede con Green Pass.

Con “Amore”, il geniale duo del teatro italiano prosegue il proprio percorso drammaturgico ai bordi dell’umanità, all’interno di non luoghi, dove i personaggi non hanno nome. Sul palco, oltre a Spiro Scimone e a Francesco Sframeli, Gianluca Cesale e la fiorentina Giulia Weber. La scena è di Lino Fiorito (già premio Ubu per lo spettacolo precedente della compagnia, “Giù”).



Quattro vite al tramonto si muovono tra in un simbolico camposanto, tra dialoghi quotidiani e surreali, ritmi serrati che intercettano relazioni, attenzioni e richieste fisiche che celano necessità sul limite tra la verità e la tragedia del quotidiano. L’Amore è una condizione estrema e, forse, eterna.
“Amore” è l’appellativo con cui, quasi ossessivamente, la donna si rivolge al marito: un modo che è tipico del gergo degli affetti, in cui le parole si logorano fino a perdere il significato originario, per diventare qualcosa d’altro. Entrambe le coppie si abbandonano ai ricordi, creando un universo parallelo abitato da memorie e rimpianti, giocose affettuosità, dimenticanze e amari sorrisi.
Le tenere e crudeli quotidianità del sentimento vengono rappresentate con la delicata poesia delle cose semplici, a partire dai gesti affettuosi e familiari, alla prova del tempo e dei ricordi, che non tornano più.

“Queste due coppie sono vicine alla morte, ma con leggerezza infantile parlano di quello che hanno provato da giovani e di ciò che forse non è ancora perduto. – spiega Spiro Scimone – Alla fine di tutto, il senso della vita si può trovare solo nell’amore”. L’intimità scorre lungo un tempo sospeso, al ritmo di parole ripetute e ossessive che delineano dettagli di intimità domestica, ormai trasfigurate dalla nebbia della vecchiaia, dove – (cit dal testo) –  “le fiamme possono arrivare all’improvviso!…Le fiamme possono divampare all’improvviso!”.
 “Quando scrivo – afferma – cerco di immaginare a quali corpi e movimenti saranno destinate quelle parole. Non inseguo le facili provocazioni ma solo il teatro, nella sua verità e semplicità, attraverso un fondamentale lavoro di squadra”.
A sua volta, Francesco Sframeli esalta “la leggerezza e il lavoro incessante come attore, nello scambio con gli altri tre interpreti, attraverso i quali si mette in scena la vita e la morte. Infatti più che un regista mi sento un ‘distillatore’.  Il teatro è come fare l’amore: se doni te stesso totalmente, è un’esperienza bellissima”.

Programma completo, info e prevendite sul sito ufficiale www.teatroniccolini.com – tel. 055 094 6404.



Teatro Niccolini
Via Ricasoli, 3/5 – Firenze
Info tel. 055 0946404 (055 7378721 – press@eventipagliai.com)
www.teatroniccolini.cominfo@teatroniccolini.com

Teatro Niccolini Firenze
Stagione teatrale 2021

Scarica la cartella stampa completa (foto, schede e video)

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Tornano gli spettacoli al Teatro Niccolini, il più antico di Firenze e uno dei più antichi d’Europa (le origini risalgono al 1650). Pino Strabioli, Gennaro Cannavacciuolo, Paolo Graziosi, Filippo Timi, Scimone e Sframeli, Ettore Bassi, Paolo Nanni, Carlo Cecchi, Giancarlo Cauteruccio sono solo alcuni protagonisti della stagione in programma da ottobre a dicembre 2021.

Il nuovo corso segna il ritorno di Roberto Toni, direttore artistico che ha firmato le migliori stagioni del Niccolini e che ha accolto l’invito del gruppo Polistampa di Mauro Pagliai, proprietario dell’edificio, a cui si deve il complesso progetto di ristrutturazione che ha restituito il teatro a nuova vita, nel 2016. Info e prevendite a breve sul sito ufficiale www.teatroniccolini.com. Inizio spettacoli ore 19,30, festivi ore 16. Sconto del 10 per cento per soci Coop, under 21 e over 65.

Premio Ubu come miglior progetto drammaturgico e miglior allestimento scenico, lo spettacolo “Amore” prosegue il percorso drammaturgico di Spiro Scimone e Francesco Sframeli ai bordi dell’umanità, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”: da venerdì 5 a domenica 8 novembre.

Da venerdì 12 a martedì 16 novembre “Morirò in piedi”: gli ultimi giorni di vita di Oriana Fallaci, a Firenze, nell’estate del 2006. Roberto Petrocchi presenta la riduzione teatrale del libro intervista di Riccardo Nencini (edizioni Polistampa), considerato il testamento morale della scrittrice e giornalista. In scena Giulia Weber e Fulvio Cauteruccio. Produzione Teatro Niccolini.

Agli “Esercizi di Stile” di Queneau si ispira Paolo Nani per “La lettera”, da giovedì 18 a domenica 21 novembre: una tranche de vie venata di surreale e interpretata in 15 varianti, uno studio sullo stile, sulla sorpresa e sul ritmo, portati all’estremo della precisione e dell’efficacia comica.

Ettore Bassi nei panni dell’amato e iconico professor Keating ne “L’attimo fuggente”, da giovedì 25 a domenica 28 novembre: a trent’anni dal debutto cinematografico, una pietra miliare nell’esperienza di migliaia di persone in tutto il mondo.

Altro indimenticato protagonista delle passate stagioni del Niccolini, Carlo Cecchi porta con sé due perle del repertorio eduardiano, “Dolore sotto chiave” e “Sik sik l’artefice magico”, un dittico sul mondo del teatro come metafora della vita, da giovedì 2 a domenica 5 dicembre.

Due gli spettacoli che vedono protagonista Giancarlo Cauteruccio, “L’ultimo nastro di Krapp”, da martedì 7 a giovedì 9 dicembre – in cui il regista e attore interpreta il testo beckettiano col suo piglio di sperimentatore – e “Fame, mi fa fame”, da venerdì 10 a domenica 12 dicembre, una delle sue performance più sentite declinata in chiave lockdown.

Chiude Sergio Basile, da venerdì 17 a domenica 19 dicembre con “Il diavolo e il presepe”, spettacolo natalizio per attore, quintetto d’archi e fagotto ispirato al “Racconto di Natale” di Dickens. Un appuntamento per grandi e piccini, un omaggio alla tradizione del presepe, in particolar modo del presepe napoletano (orari: ven/sab ore 16 – dom ore 11).

Nel Saloncino del Cocomero del Teatro Niccolini, in programma nei prossimi mesi anche concerti di musica antica, spettacoli (in data da definire “Scandalo Machiavelli”, lettura teatrale dal testo di Francesco Bausi edito da Polistampa), incontri letterari e un ciclo di appuntamenti divulgativi con esperti di storia, arte e scienza. La stagione 2021 del Teatro Niccolini è organizzata da Eventi Pagliai, società del gruppo Polistampa, con il contributo del Ministero della Cultura.

Il Teatro Niccolini ha siglato una convenzione con il Garage Michelangelo, situato in via Ricasoli 28, per garantire una tariffa agevolata ai suoi spettatori. Grazie alla collaborazione con CO.TA.FI TAXI 4390, in occasione degli spettacoli, sarà attivo inoltre un servizio Taxi Navetta che da Piazza Beccaria condurrà gli spettatori direttamente a teatro ad una tariffa flat.

Dice il direttore artistico, Roberto Toni: “Firenze e il suo pubblico, da sempre chiamato, e a ragione, uno dei più competenti del nostro pianeta teatrale (‘se uno spettacolo passa a Firenze è fatta’, diceva il primo attore e il capocomico di un tempo) meritano questa impresa, fatta di tanto rischio e di tanta passione. Soprattutto ora che, per le ragioni che tutti conoscono e che non ripeterò per non annoiare, tutto appare più difficile e di esito incerto. Abbiamo fatto il nostro meglio, speriamo di fare ancora di più con la complicità degli spettatori e del nostro inesauribile coraggio”.

Dice Antonio Pagliai, amministratore di Eventi Pagliai: “Immaginare di riaprire il Teatro Niccolini, tanto più con una stagione così importante, può sembrare un’operazione coraggiosa, anzi incosciente, specialmente se pensiamo che è principalmente sulle spalle di una realtà privata. Ma non c’era scelta, come non c’era scelta il giorno in cui si presentò la possibilità di rilevare e ristrutturare un teatro di valore abbandonato da vent’anni. Dopo la chiusura forzata dovuta al Covid, abbiamo l’obbligo morale di far rivivere questi ambienti secondo la loro vocazione, augurandoci di trovare strada facendo una sponda. Il nostro impegno si limita all’anno in corso: dopodiché, speriamo in un coinvolgimento delle istituzioni, fondamentale affinché la programmazione continui anche il prossimo anno”.

TEATRO NICCOLINI, UNA STORIA LUNGA 4 SECOLI – Teatro Niccolini, già Teatro del Cocomero, è il più antico di Firenze e tra i primi teatri “moderni” d’Europa. La sua origine risale al 1650, quando un gruppo di nobili prese in affitto alcune stanze di palazzo Ughi in via del Cocomero costruendovi il teatro. Negli anni Settanta e Ottanta è un centro privilegiato per la prosa, ospitando artisti come Vittorio Gassman, Carlo Cecchi e Carmelo Bene. Mauro Pagliai lo acquista nel 2006 dalla famiglia Ghezzi con l’intento di recuperare l’immobile, inutilizzato dal 1995 e pesantemente danneggiato. Il lavoro di ristrutturazione diretto dall’architetto André Benaim ha riportato la struttura – 406 posti e 4 ordini di palchi – allo splendore originale. In particolare sono stati recuperati, al piano terra, i locali destinati in passato a fondi commerciali, e si è quindi ricreato il foyer del 1914, oggi destinato a biglietteria, caffè e bookshop. A gennaio del 2016 i 2.500 metri quadri con sette porte su via Ricasoli sono così tornati a disposizione di cittadini e turisti.

Info e prevendite www.teatroniccolini.com – tel. 055 094 6404.

TEATRO NICCOLINI

FIRENZE

Stagione teatrale 2021

ottobre – dicembre 2021

Venerdì 5/sabato 6/lunedì 8 novembre ore 19,30 – domenica 7 novembre ore 16

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne Toulouse

AMORE

Di Spiro Scimone

Spiro Scimone, Francesco Sframeli, Gianluca Casale, Giulia Weber

Regia Francesco Sframeli

Premio Ubu 2016 come miglior progetto drammaturgico e miglior allestimento scenico, lo spettacolo “Amore” prosegue il percorso drammaturgico di Scimone e Sframeli ai bordi dell’umanità, all’interno di non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”. Dialoghi quotidiani e surreali, ritmi serrati che intercettano relazioni, attenzioni e richieste fisiche che celano necessità sul limite tra la verità e la tragedia del quotidiano. L’Amore è una condizione estrema e, forse, eterna.

Venerdì 12/sabato 13 novembre/ ore 19,30 – domenica 14 novembre ore 16 – lunedì 15/ martedì 16 novembre ore 19,30

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Produzione Teatro Niccolini

MORIRÒ IN PIEDI

Di Riccardo Nencini

Progetto di adattamento teatrale di Roberto Petrocchi

Giulia Weber e Fulvio Cauteruccio

Gli ultimi giorni di vita di Oriana Fallaci, a Firenze, nell’estate del 2006. Roberto Petrocchi realizza la riduzione teatrale del libro intervista di Riccardo Nencini (edizioni Polistampa), considerato il testamento morale di Oriana. Per svelare una donna amata e detestata allo stesso modo, mai davvero compresa con la sincera volontà di farlo, restituendoci l’immagine, almeno prossima, a quella che è stata la sua identità più profonda. Produzione Teatro Niccolini.

Giovedì 18/venerdì 19/sabato 20 novembre ore 19,30 – domenica 21 novembre ore 16

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Agidi

LA LETTERA

di Paolo Nani

Paolo Nani

Regia Nullo Facchini

Un uomo entra in scena, si siede a un tavolo, beve un sorso di vino che però sputa, chissà perché, contempla la foto della nonna e scrive una lettera. La imbusta, la affranca e sta per uscire quando gli viene il dubbio che nella penna non ci sia inchiostro. Controlla e constata che non ha scritto niente. Deluso, esce.

La storia si ripete 15 volte in altrettante varianti. Liberamente ispirato agli “Esercizi di Stile” di Raymond Queneau, “La lettera” è uno studio sullo stile, sulla sorpresa e sul ritmo, portati all’estremo della precisione e dell’efficacia comica. Uno spettacolo che riempie le sale da più di vent’anni.

Giovedì 25/venerdì 26/sabato 27 novembre ore 19,30 – domenica 28 novembre ore 16

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Davide Lenco, STM Live, Teatro Sette

L’ATTIMO FUGGENTE

di Tom Schulman -Traduzione Marco Iacomelli

Ettore Bassi, Matteo Vignati, Matteo Napoletano, Matteo Sangalli, Marco Massari, Mimmo Chianese, Alessio Ruzzante, Leonardo Larini, Edoardo Tagliaferri, Sara Giacci

Regia Marco Iacomelli

L’Attimo Fuggente rappresenta ancora oggi, a trent’anni dal debutto cinematografico, una pietra miliare nell’esperienza di migliaia di persone in tutto il mondo. Portare sulla scena la storia dei giovani studenti della Welton Academy e del loro incontro col il professor Keating significa dare nuova vita a questi legami, rinnovando quella esperienza in chi ha forte la memoria della pellicola cinematografica e facendola scoprire a quelle nuove generazioni che, forse, non hanno ancora visto questa storia raccontata sul grande schermo e ancora non sanno “che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuire con un verso”.

Giovedì 2/venerdì 3/sabato 4 dicembre ore 19,30 – domenica 5 dicembre ore 16

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Marche Teatro, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Elledieffe

DOLORE SOTTO CHIAVE

SIK SIK L’ARTEFICE MAGICO

Due atti di Eduardo De Filippo

Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta

Regia Carlo Cecchi

Un dittico con la regia di Carlo Cecchi che riunisce due atti unici di Eduardo De Filippo: due piccoli gioielli della tradizione eduardiana che sono una riflessione sul mondo del teatro come metafora della vita.

“Dolore sotto chiave” è una girandola di situazioni grottesche, un gioco beffardo sul senso della morte, sulla sua permanenza nelle nostre vite, sulla sua esistenza nella nostra quotidianità. C’è un po’ di morte in ogni vita, sembra dirci il drammaturgo, e lo fa con irresistibile comicità.

Nasce come radiodramma nel 1958 con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene portato in scena due volte con la regia dell’autore, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 e nel 1980 con Luca De Filippo e Angelica Ippolito.

“Sik Sik l’artefice magico”, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento. “Come in un film di Chaplin – spiega Carlo Cecchi – è un testo immediato, comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo. Si -Sik (in napoletano, “sicco” significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo, si riferisce al suo fisico) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme con la moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla. Una sera…

Martedì 7/mercoledì 8/giovedì 9 dicembre ore 19,30

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Produzione Krypton

L’ULTIMO NASTRO DI KRAPP

Di Samuel Beckett

Giancarlo Cauteruccio

Regia Giancarlo Cauteruccio

Giancarlo Cauteruccio affronta sia come attore sia come regista il testo già portato al successo in due precedenti edizioni. Nell’essenzialità della scena, Krapp, il vecchio scrittore fallito, inesorabile mangiatore di banane e instancabile ascoltatore della sua voce registrata, si inoltra in “questo buio che mi circonda” per sentirsi meno solo. Scritto nel 1958 e rappresentato per la prima volta a Londra con protagonista Patrick Magee, questo atto unico vede in scena un solo attore, rintanato nella sua stanza in compagnia di un magnetofono e un numero cospicuo di bobine ben ordinate, mentre compie un viaggio in un altrove temporale, il suo passato.

Venerdì 10/sabato 11 dicembre ore 19,30 – domenica 12 dicembre ore 16

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Produzione Krypton

FAME, MI FA FAME

Di Giancarlo Cauteruccio

Giancarlo Cauteruccio

Regia Giancarlo Cauteruccio

Al centro dello spettacolo è il concetto di fame, come nutrimento, gusto, piacere dei sensi, condizione esistenziale e riflessione sulle differenze di vita e prospettiva tra nord e sud del mondo. Il testo è contenuto nel libro “Panza, Crianza, Ricordanza”, che raccoglie tre drammaturgie del regista. Spettacolo che declina una delle sue performance più sentite nell’anno del ritorno in Calabria.

Cauteruccio rewind post pandemia, fotografie dei mesi che hanno costretto tutti al rifugio nel cibo, come impiego del tempo libero in lockdown. È la storia, il primo episodio, di un ritorno.

Venerdì 17/sabato 18 dicembre ore 16 – domenica 19 dicembre ore 11

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Produzione Mondo Estremo

IL DIAVOLO E IL PRESEPE

RACCONTO NATALIZIO PER UN ATTORE, QUINTETTO D’ARCHI E UN FAGOTTO

Di e con Sergio Basile

Musiche di Enrico Fabio Cortese eseguite dal vivo da: Valentina Rocchi (violino), Soichi Ichikawa (violino) Franco G. Bertolino (viola), Fabrizia Pandimiglio (violoncello), Fabio Gabbianelli (contrabasso), Massimiliano Cantone (fagotto)

Regia Andrea Di Bari

Umorismo malinconico e ambientazione partenopea. Ispirato al “Racconto di Natale” di Dickens, “Il Diavolo e il Presepe” vuole essere un omaggio alla tradizione del presepe, in particolar modo del presepe napoletano. Il racconto, in prima persona, del diavolo Potifar (interpretato sulla scena da Sergio Basile), si snoda con ironia e gusto per la citazione, mescolando personaggi storici – come lo scultore Giuseppe Sammartino e il Principe di San Severo, suo committente – e fantastici – come il protagonista e la “Bella Georgiana” – tra eleganti atmosfere settecentesche e vocianti vicoli popolari.

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