Siamo approdati nel XXI secolo e di progressi il mondo ne ha fatti tanti ma…
Chi mi legge ormai conosce la mia posizione in merito a situazioni vergognose che si verificano quotidianamente in questo nostro mondo che a parole si dichiara civilizzato. Ho già scritto in precedenza di parecchie questioni che mi stanno a cuore e che ho ritenuto giusto portare alla luce, come la questione delle sterilizzazioni forzate (articolo QUI), degli umilianti test di verginità (articolo QUI) o della terribile realtà delle baby factory africane (articolo QUI). Ma, soprattutto, di far emergere e informare in merito a quelle situazioni che non arrivano ai nostri occhi e alle nostre orecchie attraverso la cassa di risonanza dei mass media. O sarebbe meglio dire che anche se arrivano si perdono nell’etere, nella fretta degli impegni di tutti, nell’indifferenza o addirittura nella paura di dover affrontare certe notizie.
Insomma urliamo ai quattro venti di quanto siamo bravi, moderni e civilizzati ma davanti a questioni prettamente umane voltiamo la faccia dall’altra parte, forse convinti che se non guardando in faccia la realtà le brutture scompaiano magicamente. Beh, vi do una notizia bomba: non scompaiono! ignorare certi vergognosi episodi non li cancellerà dalla storia né, tanto meno, farà in modo che non si verifichino di nuovo. E io personalmente sono fermamente convinta che il parlare aiuta non solo a non dimenticare ma anche ad educare soprattutto le nuove generazioni magari a evitare che il mondo peggiori ulteriormente.
La storia di cui voglio parlare oggi è ancora una volta una storia di soprusi, violazione dei diritti umani, umiliazione della donna e violenza sotto tanti aspetti. Ma la cosa peggiore è che si tratta di una storia che sembra infinita. Sto parlando della storia di Esme che nel 2019 ha perso il suo bambino per un aborto spontaneo e che nel 2022 è stata condannata a ben 30 anni di carcere per questo!
La storia di Esme, oltre al danno la beffa!
Accadeva a Esme nel 2019 quando ha visto interrompersi bruscamente la gravidanza a causa di una emergenza ostetrica che le ha procurato un aborto spontaneo, la donna non solo ha perso il figlio che portava in grembo ma per questo motivo si è vista accusata e poi condannata a una pena di 30 anni di carcere per omicidio. Fino al 2021 la donna è stata tenuta in custodia cautelare, liberata nel mese di ottobre fino alla sentenza che l’ha condannata a 30 anni per omicidio aggravato. Sembra follia ma è realmente accaduto nello stato di El Salvador, e non è stato né il primo caso né un caso isolato. Una chiara violazione dei diritti umani ai danni di una donna che oltre al danno e alla sofferenza subita per aver perso un figlio contro la sua volontà si è vista accusata e condannata di esserne responsabile, trattata al pari di un’assassino a sangue freddo. Una vera e propria ingiustizia (per non dire di peggio) che non ha colpito solamente Esme e che non è una novità nello stato dell’America centrale. Prima della sentenza emessa contro una donna letteralmente innocente ce ne sono state altre, e non poche. Una realtà questa che si sta perpetrando da diversi anni a El Salvador e non solo.
Tutte le altre donne violate prima di questa sentenza!
Maira Figueroa, Evelyn Hernández, Teodora Vásquez, Sara Rogel. Queste sono solo alcune delle donne che hanno dovuto subire il destino di Esme prima di lei. Donne che hanno abortito spontaneamente, o hanno dato alla luce un figlio morto, marchiate come assassine. Figli concepiti per amore ma anche figli frutto di violenza carnale, a volte di una situazione incestuosa, ma pur sempre figli, bambini che non hanno potuto vedere la luce perché la natura ha stabilito che non avrebbero dovuto mai essere tenuti tra le braccia della loro mamma. Madri che non solo si sono viste strappare un pezzo di anima da un destino infausto ma che hanno dovuto sobbarcarsi una colpa di cui non si sono mai macchiate per una legge disumana e incivile. Non intendo soffermarmi sulle implicazioni, sia fisiche che psicologiche, che un aborto non volontario può comportare nel corpo e nell’anima di una donna perché non ritengo che questa sia la sede per farlo. Una cosa, però, la voglio dire, anzi urlare: quelle donne, quasi sicuramente, avrebbero solo voluto poter piangere la loro perdita, elaborare il loro lutto. Anche questo è stato negato loro! una violenza e una violazione di un diritto inalienabile, quello di poter soffrire, che nel ventunesimo secolo dovrebbe essere inaccettabile ovunque. Se poi aggiungiamo l’effetto devastante che avrà su Esme, e che ha avuto sicuramente sulle altre donne in passato, il carcere possiamo domandarci senza esitazione: chi tra la donna incarcerata e la legge di quello stato è il vero assassino?

Non solo a El Salvador, qui, però, la legge è quella più dura e restrittiva al mondo
El Salvador è uno dei Paesi al mondo in cui la legislazione in merito all’aborto è maggiormente restrittiva, ma non è l’unico nemmeno in America centrale. L’interruzione di gravidanza è bandita totalmente anche nella Repubblica Dominicana, ad Haiti, in Honduras e in Nicaragua. E non dimentichiamo che esistono Paesi estremamente severi, in materia di legislazione in merito a questo, anche nel mondo occidentale.
A El Salvador la pena per donne che interrompono la gravidanza arriva all’incarcerazione dai 2 ai 50 anni, ma la cosa peggiore è che queste pene vengono applicate indipendentemente dalla situazione della donna. La donna viene processata e spesso condannata sia che la gravidanza sia stata frutto di un rapporto consensuale che in casi di stupro o incesto. Un divieto talmente rigido e severo che viene fatto rispettare in modo paradossale non solo in situazione di aborto spontaneo ma anche per donne che danno alla luce un neonato già morto. In pratica ogni donna che perde un figlio rischia di vedersi rivolgere un’accusa di omicidio aggravato.

Una legge durissima e tra le più restrittive al mondo, entrata in vigore dal 1998 e che si stima abbia colpito quasi 130 donne che sono state condannate per reati connessi all’interruzione di gravidanza tra 2000 e il 2011. Sentenze che possono colpire ogni tipologia di donna, che sia adulta, anziana o, addirittura, bambina e in qualsiasi condizione, di fatto una volta rimasta incinta una donna è obbligata a portare a termine la gravidanza (a quanto pare anche lottando contro un evento naturale avverso come l’aborto spontaneo o la morte intrauterina). Formalmente la legge prevede condanne che vanno dai 2 agli 8 anni ma all’atto pratico i giudici quasi sempre arrivano a giudicare gli aborti come omicidio aggravato pertanto punito con una condanna che va dai 30 ai 50 anni di reclusione.
Nel 2018 Lorena Peña (deputata dell’FMLN) aveva dichiarato che sarebbe stato necessario fare pressione perché venisse approvata una parziale depenalizzazione dell’aborto a El Salvador ma, di fatto, siamo nel 2022 ed Esme è appena stata condannata per aver perso il suo bambino in modo del tutto naturale. Al contrario di quanto si sperava nel 2018, invece, lo scorso ottobre il governo di El Salvador ha archiviato una proposta di riforma della legge sull’aborto.
Ma a tutte quelle donne che sono state condannate, a cui magari è stata anche commutata la pena, chi restituirà gli anni trascorsi in una prigione con l’unica colpa di essere state sfortunate? possibile che nel ventunesimo secolo non esiste ancora il diritto di poter soffrire senza essere colpevolizzati o puniti pesantemente? la mia domanda più spinosa, però, è: dove sta andando questa presunta civiltà? non dimentichiamo che proprio recentemente un polverone è stato sollevato in merito alla legge sull’aborto negli Stati Uniti. Una delle grandi potenze di questo mondo, che si dichiara moderna e civile tanto da voler insegnare al resto dei popoli del globo come si dovrebbe vivere sta valutando di rendere illegale l’interruzione di gravidanza. Cosa accadrà negli USA non saprei prevederlo ma una cosa mi sento di affermarla in merito a questa disfunzionale razza umana: siamo sicuri che possiamo ancora parlare di evoluzione?
Fonti:
- 12/05/2022. Informazione.it, Ha un aborto spontaneo, condannata a 30 anni a El Salvador
- 12/05/2022. PressKit, El Salvador: ha una aborto spontaneo e la condannano a 30 anni di carcere per omicidio aggravato
- 11/05/2022. La Repubblica, El Salvador, condannata a 30 anni per un aborto spontaneo
- 11/05/2022. Il Post, A El Salvador una donna è stata condannata a 30 anni di carcere per un aborto spontaneo
- 11/05/2022. Ansa, El Salvador: ha un aborto spontaneo, condannata a 30 anni
- 11/05/2022. Roba da Donne, Esme, condannata a 30 anni di carcere per aver avuto un aborto spontaneo di Emma Pietrarosa
- 11/05/2022 RaiNews, El Salvador, una donna condannata a 30 anni di carcere per un aborto spontaneo
- 11/05/2022. Notizieoggi, A El Salvador una donna è stata condannata a 30 anni di carcere per un aborto spontaneo
- 11/05/2022. La Sicilia, El Salvador: ha un aborto spontaneo, condannata a 30 anni
- 11/05/2022. Luce.LaNazione, El Salvador: condannata a 30 anni di carcere con l’accusa di omicidio dopo un aborto spontaneo di Marianna Grazi
- 11/05/2022. TheSocialPost, Aborto spontaneo a El Salvador: donna condannata a 30 anni di reclusione per omicidio aggravato di Lorenzo Drigo
- 18/03/2022. PressKit, I diritti delle donne sono sempre più calpestati nel mondo
- 8/06/2021. La Stampa, El Salvador, scarcerata donna condannata a 30 anni per aver abortito di Silvia Serafini
- 8/06/2021. Corriere della Sera, El Salvador, scarcerata la donna condannata a 30 anni per aborto di Monica Ricci Sargentini
- 18/03/2018. Vanity Fair, Maíra, 15 anni di carcere per aborto. Tutti i Paesi dove ancora non è legale di Monica Coviello
- 14/03/2018. Il Post, La terribile storia di Maira Figueroa, liberata ieri a El Salvador
- 14/12/2017. Leggo, Rimane incinta dopo uno stupro, poi l’aborto spontaneo: 19enne viene condannata all’ergastolo
- 22/05/2016. Corriere della Sera, El Salvador: rilasciata dopo una condanna a 40 anni per aborto spontaneo di Riccardo Noury
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