Ci sono vite che sembrano scritte apposta per diventare un film di successo, eppure sono vite vissute, reali, frutto di coincidenze e scelte volontarie da parte di chi le ha vissute.

Quella di Gaston Gallimard rientra senz’altro fra quelle che meritano almeno un approfondimento.

Nato nel 1881 da una benestante famiglia parigina (la fortuna la fece il nonno con l’illuminazione a olio delle vie di Parigi), Gaston Gallimard ha come figura di riferimento un padre tutt’altro che industrioso (per quello c’era già stato il nonno), al contrario Paul Sébastien Gallimard vive una vita da dandy, dedito ai piaceri mondani, all’arte e alla cultura.

Gaston frequenta il liceo Condorcet dove diviene amico di Roger Martin Du Gard (il futuro premio Nobel per la letteratura nel 1937) e nonostante non porta a termine gli studi liceali, abbandonati nel 1998, diviene segretario del drammaturgo Robert De Flers.

Durante una vacanza in Normandia, a Bennerville-sur-Mer incontra un non ancora famoso Marcel Proust.

Doveroso a questo punto sottolineare come il Gallimard abbia avuto la fortuna (o il destino, o caso se preferite) di avere quelli che potremmo chiamare gli incontri giusti. Merito suo, la sua vita lo ha dimostrato, aver tratto benefeficio da queste opportunità che il destino gli ha fornito, come accaduto con Marcel Proust che aveva incontrato quando era ancora un perfetto sconosciuto e che incrocerà di nuovo la vita privata e personale di Gaston Gallimard più avanti, marcandola in modo indelebile.

Siamo agli inizi del ‘900 e Gaston sembra destinato a seguire le orme paterne: grande passione culturale, vita da dandy, un copione già visto, senonché la sua smodata passione per le riviste gli fa incrociare la strada di alcuni giovani scrittori, fra i quali André Gide, Jean Schlumberger e Jacques Copeau che erano alla ricerca di qualcuno finanziariamente solido che garantisse presso le banche per fondare una nuova rivista letteraria, la Nouvelle Revue Françoise (NRF).

Per il giovane Gallimard è subito colpo di fulmine!

Coinvolgendo altri amici come soci entra nel progetto della rivista fin dalla sua nascita 1911 e solo due anni più tardi diviene l’unico socio delle Éditions de la NRF, la casa editrice che prenderà poi il nome di Librairie Gallimard e infine Éditions Gallimard così come la conosciamo oggi.

Se il buon giorno si vede dal mattino anche in quegli anni che precedevano la Prima Guerra Mondiale doveva essere chiaro a tutti che la casa editrice di Gallimard non sarebbe stata una qualunque delle éditions che sono nate e poi scomparse nel panorama letterario francese.

Basti pensare che tra le primissime pubblicazione si annoverano L’Otage di Paul Claudel, la Mère e l’Enfant di Charles/Louis PhilippeIsabelle di André Gide e Judith di Christian Friedrich Hebbel, un autore tedesco per lo più sconosciuto oggi ma che fu tradotto dallo stesso Gaston Gallimard e che di fatto rappresenta l’unico volume pubblicato che porta la firma dell’editore forse più famoso di Francia.

Perché se Gaston Gallimard ha reso possibile la pubblicazione di ben diciotto premi Nobel e ventisette premi Gouncourt non ha mai scritto un libro di suo pugno e l’unico volume che vede il suo nome stampato non solo come editore è proprio quello che tradusse dal tedesco agli inizi degli anni Dieci del ‘900.

Si accennava prima agli incontri che cambiano la vita e al destino che in quale modo traccia un percorso. Nel 1913 Andé Gide commette quella che lui stesso definisce la sua più grande idiozia rifiutando il manoscritto del primo libro de La Recherche di Marcel Proust ritenendolo un testo mondaiolo. Per tutta la vita Gide si rimprovererà quell’errore autodefinendosi colui che rifiutò la pubblicazione di Proust.

Sarà lo stesso Gallimard, anche grazie alla sua conoscenza maturata sulle spiagge della Normandia, che ricucirà il rapporto con Marcel Proust (che nel frattempo aveva pubblicato altrimenti il primo volume de La Recherce a sue spese) e proprio l’opera proustina diventerà una delle pietre miliari della casa editrice Gallimard.

Elencare tutti gli autori, le storie, gli aneddoti legati alla vita professionale di Gaston Gallimard richiederebbe forse un libro vero e proprio, basti pensare che ebbe tra le sue fila (fra casa editrice e riviste) autori del calibro di Alain-Fournier, Roger Martin Du Gard (si ricordi che erano stati compagni di liceo), George Simenon, Jean-Paul Sartre, Raymond Queneau, Geroges Bernanos, Antoine de Saint-Exupeéie, Albert Camus, Jacques Prévert, Eugene Ionèsco, Emil Cioran, Marguerite Duras tanto per citarne alcuni a memoria, ma l’elenco sarebbe davvero lunghissimo e forse quello appena stilato non rende nemmeno l’idea di cosa abbia rappresentato per la letteratura francese la figura di Gaston Gallimard.

Forse, se vogliamo azzardare un paragone con l’Italia, lo si potrebbe accostare a Einaudi, anche per l’estremo rigore della cura editoriale, a partire dalle copertine che hanno fatto epoca (come Einaudi in Italia peraltro).

Una curiosità che merita: nel 1933 Gaston Gallimard decide produrre, dopo averne comprato i diritti, una versione cinematografica di Madame Bovary (tratto dal romanzo di Gustave Flaubert), il tutto per accontentare la sua amante, l’attrice Valentine Tessier.

Nonostante la regia di Jean Renoir il film risulta essere un fiasco clamoroso e forse è uno dei pochi veri insuccessi della carriera di Gaston Gallimard.

Da notare, sempre a proposito di intrecci e casualità, che Jean Renoir era il figlio di Pierre-Auguste Renoir, il pittore impressionista, che fu a sua volta molto amico di Paul Sébastien Gallimard, ovvero il padre di Gaston.

Un’altra pagina non troppo limpida nella vita di Gaston Gallimard è la Seconda Guerra Mondiale dove la casa editrice sopravvisse all’occupazione nazista e sebbene non ha mai detto nulla contro l’occupazione e il regime nazista è pur vero che pubblica si opere tedesche ma solo classici e mai opere di propaganda nazista.

Insomma un sano realismo che permette a Gaston Gallimard di sopravvivere all’occupazione e di poter rinascere nel dopoguerra, se non come eroe della Resistenza almeno come come uno che non si è piegato ai tedeschi.

Un duro colpo Gaston Gallimard lo riceve nel 1960 quando muore in un incidente stradale il nipote Michel (che doveva essere il suo erede naturale alla gudia delle Éditions Gallimard).

Nello stesso incidente, andando a sbattere in auto contro un platano, perde la vita anche uno degli autori di punta della Gallimard, ovvero Albert Camus.

Da quel giorno Gaston Gallimard, a detto di tutti, comincia lentamente a spegnersi dentro.

Per sua fortuna il figlio Claude prende le redini delle edizioni e ne continua l’operato meglio di quanto il padre non si fosse aspettato.

Ormai vecchio, consumato dalla vita e dai dolori (nel 1970 muore anche l’amatissimo fratello Raymond, sodale nel progetto editoriale), nel 1975 a 94 anni si spegne lasciando in eredità molto più di una casa editrice.

In Francia, Gallimard è sinonimo di qualità letteraria e di professionalità editoriale da oltre 110 anni. In un mondo che corre veloce e cambia tutto rapidamente non è un traguardo da sottovalutare.

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