di Mirtilla Amelia

Spesso la Storia cela pagine oscure, intrise di sangue e potere. Rabbia e follia. Questa è una di quelle e ha come protagonista il Dittatore sanguinario Idi Amin Dada Oumee.

Idi Amin nasce in Uganda a Kokobo (forse) nel 1925 – la data non è mai stata accertata. In quegli anni il Paese era una Colonia amministrata dal Regno Unito, e i genitori facevano parte di una tribù che costituiva una minoranza etnica.

Nel 1946 si arruola come soldato semplice nel King’s African Rifles “KAR” – fucilieri africani del Re – corpo militare dei possedimenti coloniali britannici in Africa Orientale. Fondato nel 1902, fu sciolto solo negli anni ’70 dopo l’indipendenza delle Colonie Britanniche. Combatte in Somalia contro i ribelli Shifta e in Kenya contro i dissidenti anti-inglesi negli anni ’50. Carismatico, abile e instancabile Idi Amin riesce nel Kar a diventare un effendi – sergente maggiore – il più alto grado per un soldato Africano.

Durante l’esperienza militare in Kenya, gli viene dato il soprannome “Dada”. Tutto nasce dal suo insaziabile appetito sessuale, per il quale spesso veniva scoperto dai suoi superiori in compagnia di avvenenti e procaci ragazze. Per giustificarsi – e non incorrere così in ammonimenti- dichiarava sempre che la giovane in questione era la sua “Dada” – sorella. Un soprannome che diventerà parte integrante del suo nome nei libri di storia.

Raggiunta la più alta carica, la sua carriera militare è in costante ascesa tanto che, continua ad essere membro dell’esercito anche dopo l’indipendenza dell’Uganda nel 1965. E il suo destino s’intreccia con quello di Milton Obote – Primo Ministro dell’Uganda dal 1962 al 1966 e poi Presidente dal 1966 al 1971 e dal 1980 al 1985.

Un legame che inizialmente sembra idilliaco: Obote Presidente, Idi Amin Comandante di tutte le forze armate.

Idi Amin inizia a reclutare nuove soldati che provengono in gran parte dalla sua zona di nascita. Crea un esercito di fedelissimi, affascinati dalla sua persona e soggiogati dalla sua sete di potere.

Obote e Idi Amin condividono anche un’accusa di contrabbando di avorio, oro e caffè in cambio di armi con l’attuale Repubblica Democratica del Congo. Accuse mai smentite o risolte in sede giudiziaria in quanto Obote sospese la costituzione, autoproclamandosi Presidente.

I rapporti tra i due iniziano a incrinarsi, e presto anche Milton Obote comprende che dinnanzi a lui non c’è solo un gigante ( 1.93 d’altezza per oltre 120 kg di peso!), ma anche un pericoloso megalomane.

Purtroppo sarà tardi e Obote non riuscirà ad arginare in tempo il Dittatore Cannibale. Il 25 Gennaio 1971, con un colpo di stato Idi Amin Dada Oumee prende possesso del paese, autoproclamandosi Presidente dell’Uganda, costringendo di fatto Obote all’esilio.

L’Uganda cade tra le braccia possenti di quest’uomo che ne impregnerà la terra con sangue e terrore.

Autorizza stragi di massa volte ad annientare le “tribù avversarie”. Uccide e spaventa senza pietà alcuna. Legittima e organizza forze di sicurezza volte ad annientare chiunque non accetti il suo dominio o metta in dubbio le sue capacità.

Si sussurra che dopo aver ucciso i suoi avversari, si cibi delle loro carni.

Non mi piace la carne umana, è troppo salata” (Idi Amin Dada)

E il resto del mondo, non muove un dito. Permane lo sguardo sullo scempio perpetrato ai danni di una popolazione sempre più isolata e assoggettata. Giustificando i modi, accettando le crudeltà.

È ironico che dopo tutte le solenni affermazioni dei leader del cosiddetto mondo civilizzato sull’orrore e le atrocità commesse da Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, nessun capo d’una grande potenza si sentì obbligato a porre fine a simili atrocità commesse dal mostro in Uganda nell’ultimo quarto del ventesimo secolo.” (Milton Obote)

Anche nelle relazioni di politica internazionale, Idi Amin conferma scelte scellerate e volte solo alla sua onnipotenza. Prima alleato d’Israele, recide i rapporti dopo che il governo israeliano si rifiuta di vendergli armi e aerei da combattimento. Trova appoggio (e rifornimenti bellici) nella Libia di Gheddafi. Si converte all’Islam per pura propaganda politica, decretando anche un grave colpo alla causa musulmana in Africa, ed espelle tutti gli Israeliani dal paese. Nel 1972 la sua folle politica xenofoba – giustificata da “sogni premonitori” – decreta l’espulsione di oltre 80.000 persone tra cittadini europei ed indiani. Appropriandosi ingiustamente anche dei possedimenti degli espulsi.

La maggior parte degli esiliati si dirige verso i confini con la Tanzania, inasprendo a tal punto i rapporti tra le due nazioni che s’innalzano venti di guerra. Inoltre la Tanzania ospita Obote e un folto gruppo di suoi sostenitori, che inneggiano al suo ritorno e sarebbe disposti a lottare per far ritorno in patria.

Nel 1977 si fregia del titolo di: “Sua Eccellenza presidente a vita, maresciallo di campo, signore di tutte le bestie sulla terra e dei pesci nei mari. Conquistatore dell’Impero Britannico in Africa in generale e in Uganda in particolare.” Per di più si riempie la divisa di medaglie militari false, dal valore inesistente, e dichiara di avere poteri soprannaturali.

I presupposti per comprendere la follia di quest’uomo c’erano da sempre. Le sue scelte, l’hanno confermato.

Tutto precipita nel 1978 quando Idi Amin decide d’invadere la Tanzania. Pur sostenuto dalle forze libiche inviate, viene sconfitto e nell’Aprile del 1979 gli esiliati di Obote e l’esercito della Tanzania entrano nella capitale Kampala, sancendo un nuovo inizio per il Paese.

È la fine della Dittatura del Kijambiya – macellaio, come veniva chiamato dagli Ugandesi – che fugge dalla sua villa faraonica verso la Libia. Trascorrerà il resto della vita nel lusso più sfrenato in Arabia Saudita, con le 4 mogli e i 30 figli. Quando morì il 16 Agosto del 2003, aveva 78 anni.

Non venne mai arrestato né estradato. Non pagò mai per i suoi crimini e nefandezze.

Le ferite sociali, culturali e politiche inferte dal Dittatore Cannibale ancora sanguinano nel cuore pulsante dell’Uganda. Perché la sua storia come la sua follia, hanno lacerato il Paese in modo indelebile.

«Un tempo mi ero proposto di scrivere un libro su Amin perché Amin illustra alla perfezione il rapporto fra il crimine e l’assenza di cultura.» (Ryszard Kapuscinski)


Fonti:
  • Nena News: Uganda dall’indipendenza dalla Gran Bretagna al regno di terrore di Idi Amin
  • Conoscere la storia: Idi Amin Dada – Ultimo Re di Scozia Signore dei pesci…
  • Lo Spiegone: Ricorda la caduta di Idi Amin del 1979
  • Wikipedia: Idi Amin Dada Oumee

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Mirtilla Amelia

Ciao, mi chiamo Mirtilla Amelia! Amo viaggiare, leggere e scrivere. Cito una frase di Tiziano Terzani – uno dei miei scrittori preferiti – perché mi rappresenta tantissimo: Ho scoperto prestissimo che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.


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