→ Dal 17 e il 19 dicembre 2021 presso il Teatro Niccolini di Firenze appuntamento con Il diavolo e il presepe, racconto natalizio per attore, quintetto d’archi e fagotto, con Sergio Basile. (FB: @teatroniccolini – IG: @teatroniccolinifirenze)

Teatro Niccolini

Firenze

DAL 17 AL 19 DICEMBRE 2021

Il diavolo e il presepe

RACCONTO NATALIZIO PER ATTORE, QUINTETTO D’ARCHI E FAGOTTO
CON

Sergio Basile
MUSICA

Enrico Fabio Cortese
REGIA

Andrea Di Bari
MUSICA ESEGUITA DAL VIVO

Federico Di Bari, violino
Wenxiao Zou, violino
Lisa Spinelli, viola
Filippo Torriti, violoncello
Pietro Zoppetti,contrabbasso
Mariano  Bocini, fagotto
PERSONAGGI ANIMATI DA

Toni Verità
TECNICO DEL SUONO

Edoardo M. Basile

“Christmas Tale” delicato e ironico – ispirato al Racconto di Natale di Dickens e, per l’acre umorismo malinconico e l’ambientazione partenopea, al Natale in casa Cupiello di Eduardo – Il Diavolo e il Presepe vuole essere un omaggio alla tradizione del presepe, in particolar modo del presepe napoletano, vera e propria espressione d’arte scultorea, come testimoniano i meravigliosi presepi del ‘700 e dell’800 conservati presso il Museo della Certosa di San Martino a Napoli; tradizione che si mantiene ancora viva nel capoluogo partenopeo soprattutto nelle affollate strade a San Gregorio Armeno, dove tuttora abili mani di “artigiani figurari” intagliano e modellano statuine che popoleranno i presepi di tutto il mondo.

Il racconto, in prima persona, del diavolo Potifar (interpretato sulla scena da Sergio Basile), si snoda con ironia e gusto per la citazione, mescolando personaggi storici – come lo scultore Giuseppe Sammartino, e il Principe di San Severo, suo committente – e fantastici – come il protagonista e la “Bella Georgiana” – tra eleganti atmosfere settecentesche e vocianti vicoli popolari, recuperando il carattere notturno e ìnfero del presepe e gli originali aspetti simbolici dei suoi personaggi.

Lo spettacolo si arricchisce del contributo visivo di Toni Verità, con le sue figurine presepiali “animate”, tratte dal grande repertorio iconografico dei presepi napoletani, e ispirate dalle “anatomies mouvantes” del genio settecentesco Vaucanson – proiettate su schermo e dialoganti con il protagonista – e dei brani musicali – che si alternano e sottolineano il racconto stesso – eseguiti dal vivo da una formazione da camera, costituita da giovani interpreti, composta da un quintetto d’archi e un fagotto. Le musiche sono in parte un lavoro di trascrizione dal repertorio barocco napoletano (Scarlatti, Paisiello, Cimarosa, Pampani) e in parte composte per l’occasione “a la manière de” dal Maestro Enrico Fabio Cortese. La regia è di Andrea Di Bari.

La Storia

Ambientato nella Napoli del ‘700, patria di uomini di scienza ancorchè in odore di alchimia e negromanzia, come Raimondo di Sangro per intenderci, il racconto narra le disavventure del diavolo Potifar inviato sulla Terra (nei giorni che precedono la Vigilia di Natale) per comprare l’anima… di Giuseppe Sammartino, il celebre autore del “Cristo velato” (che si può ammirare nella Cappella del Principe di Sansevero, a Napoli). L’incontro nell’atelier dell’artista – che non disdegnava di modellare statuine del presepe per illustri committenti (come lo stesso re Carlo III) – con una giovane modella, una meravigliosa donna originaria del Caucaso (la Bella Georgiana) e il conseguente colpo di fulmine (nella tradizione del “diavolo in amore”, come il Belfagor di Machiavelli e quello di Cazotte) portano il demone alla prevedibile rovina. Ignorato dalla bellissima ragazza che gli preferisce un prestante garzone, il diavolo, folle di gelosia, si dimentica della stipula del contratto con il Sammartino, fissata per il 31 dicembre alla mezzanotte, con la
conseguenza del ravvedimento religioso dello scultore e il fallimento della compravendita della sua anima… Trasformato per punizione da Belzebù in una grottesca statuetta di presepe (il “Nano con scimmie al guinzaglio”), per cento anni è costretto nella sua prigione di creta ad ammirare la Bella Georgiana (trasformata anche lei per vendetta diabolica in una figurina di presepe) che si
rivolge seducente ad una alto dignitario turco, a cavallo…n due scimmie al guinzaglio, perso in una turba di suonatori, e poco distante da l Liberato per intercessione dell’Arcidiavolo Belfagor dalla sua prigione di creta, infine, Potifar, privato dei suoi poteri diabolici, viene scacciato dall’ Inferno e costretto a vagare sulla Terra per l’eternità “fino alla fine dei tempi ed oltre ancora”…Ma ad ogni Natale l’ex diavolo, che fu anche un angelo in un tempo remotissimo, passa per Napoli, passeggia per San Gregorio Armeno, la strada degli artigiani figurari, e si avvia verso la Certosa di San Martino. In una grande sala, si ferma ad ammirare un presepe, il presepe detto Cuciniello – dal nome del collezionista che lo aveva donato al Museo – un presepe immenso con centinaia di
personaggi e 42 angeli, bellissimi… Lì, il diavolo Potifar si sofferma lungamente a guardare un nano, goffo e inturbantato, con due scimmie al guinzaglio, perso in una turba di suonatori, e poco distante da lui, la Bella Georgiana con accanto un alto dignitario turco, a cavallo……



Teatro Niccolini
Via Ricasoli, 3/5 – Firenze
Info tel. 055 0946404 (055 7378721 – press@eventipagliai.com)
www.teatroniccolini.com – info@teatroniccolini.com

Teatro Niccolini Firenze
Stagione teatrale 2021

Tornano gli spettacoli al Teatro Niccolini, il più antico di Firenze e uno dei più antichi d’Europa (le origini risalgono al 1650). Pino Strabioli, Gennaro Cannavacciuolo, Paolo Graziosi, Filippo Timi, Scimone e Sframeli, Ettore Bassi, Paolo Nanni, Carlo Cecchi, Giancarlo Cauteruccio sono solo alcuni protagonisti della stagione in programma da ottobre a dicembre 2021.

Il nuovo corso segna il ritorno di Roberto Toni, direttore artistico che ha firmato le migliori stagioni del Niccolini e che ha accolto l’invito del gruppo Polistampa di Mauro Pagliai, proprietario dell’edificio, a cui si deve il complesso progetto di ristrutturazione che ha restituito il teatro a nuova vita, nel 2016. Info e prevendite a breve sul sito ufficiale www.teatroniccolini.com. Inizio spettacoli ore 19,30, festivi ore 16. Sconto del 10 per cento per soci Coop, under 21 e over 65.

Chiude Sergio Basile, da venerdì 17 a domenica 19 dicembre con “Il diavolo e il presepe”, spettacolo natalizio per attore, quintetto d’archi e fagotto ispirato al “Racconto di Natale” di Dickens. Un appuntamento per grandi e piccini, un omaggio alla tradizione del presepe, in particolar modo del presepe napoletano (orari: ven/sab ore 16 – dom ore 11).

Nel Saloncino del Cocomero del Teatro Niccolini, in programma nei prossimi mesi anche concerti di musica antica, spettacoli (in data da definire “Scandalo Machiavelli”, lettura teatrale dal testo di Francesco Bausi edito da Polistampa), incontri letterari e un ciclo di appuntamenti divulgativi con esperti di storia, arte e scienza. La stagione 2021 del Teatro Niccolini è organizzata da Eventi Pagliai, società del gruppo Polistampa, con il contributo del Ministero della Cultura.

Il Teatro Niccolini ha siglato una convenzione con il Garage Michelangelo, situato in via Ricasoli 28, per garantire una tariffa agevolata ai suoi spettatori. Grazie alla collaborazione con CO.TA.FI TAXI 4390, in occasione degli spettacoli, sarà attivo inoltre un servizio Taxi Navetta che da Piazza Beccaria condurrà gli spettatori direttamente a teatro ad una tariffa flat.

Dice il direttore artistico, Roberto Toni: “Firenze e il suo pubblico, da sempre chiamato, e a ragione, uno dei più competenti del nostro pianeta teatrale (‘se uno spettacolo passa a Firenze è fatta’, diceva il primo attore e il capocomico di un tempo) meritano questa impresa, fatta di tanto rischio e di tanta passione. Soprattutto ora che, per le ragioni che tutti conoscono e che non ripeterò per non annoiare, tutto appare più difficile e di esito incerto. Abbiamo fatto il nostro meglio, speriamo di fare ancora di più con la complicità degli spettatori e del nostro inesauribile coraggio”.

Dice Antonio Pagliai, amministratore di Eventi Pagliai: “Immaginare di riaprire il Teatro Niccolini, tanto più con una stagione così importante, può sembrare un’operazione coraggiosa, anzi incosciente, specialmente se pensiamo che è principalmente sulle spalle di una realtà privata. Ma non c’era scelta, come non c’era scelta il giorno in cui si presentò la possibilità di rilevare e ristrutturare un teatro di valore abbandonato da vent’anni. Dopo la chiusura forzata dovuta al Covid, abbiamo l’obbligo morale di far rivivere questi ambienti secondo la loro vocazione, augurandoci di trovare strada facendo una sponda. Il nostro impegno si limita all’anno in corso: dopodiché, speriamo in un coinvolgimento delle istituzioni, fondamentale affinché la programmazione continui anche il prossimo anno”.

TEATRO NICCOLINI, UNA STORIA LUNGA 4 SECOLI – Teatro Niccolini, già Teatro del Cocomero, è il più antico di Firenze e tra i primi teatri “moderni” d’Europa. La sua origine risale al 1650, quando un gruppo di nobili prese in affitto alcune stanze di palazzo Ughi in via del Cocomero costruendovi il teatro. Negli anni Settanta e Ottanta è un centro privilegiato per la prosa, ospitando artisti come Vittorio Gassman, Carlo Cecchi e Carmelo Bene. Mauro Pagliai lo acquista nel 2006 dalla famiglia Ghezzi con l’intento di recuperare l’immobile, inutilizzato dal 1995 e pesantemente danneggiato. Il lavoro di ristrutturazione diretto dall’architetto André Benaim ha riportato la struttura – 406 posti e 4 ordini di palchi – allo splendore originale. In particolare sono stati recuperati, al piano terra, i locali destinati in passato a fondi commerciali, e si è quindi ricreato il foyer del 1914, oggi destinato a biglietteria, caffè e bookshop. A gennaio del 2016 i 2.500 metri quadri con sette porte su via Ricasoli sono così tornati a disposizione di cittadini e turisti.

Info e prevendite www.teatroniccolini.com – tel. 055 094 6404.

TEATRO NICCOLINI

FIRENZE

Stagione teatrale 2021

ottobre – dicembre 2021

Venerdì 17/sabato 18 dicembre ore 16 – domenica 19 dicembre ore 11

Teatro Niccolini – via Ricasoli, 3/5 – Firenze

Produzione Mondo Estremo

IL DIAVOLO E IL PRESEPE

RACCONTO NATALIZIO PER UN ATTORE, QUINTETTO D’ARCHI E UN FAGOTTO

Di e con Sergio Basile

Musiche di Enrico Fabio Cortese eseguite dal vivo da: Valentina Rocchi (violino), Soichi Ichikawa (violino) Franco G. Bertolino (viola), Fabrizia Pandimiglio (violoncello), Fabio Gabbianelli (contrabasso), Massimiliano Cantone (fagotto)

Regia Andrea Di Bari

Umorismo malinconico e ambientazione partenopea. Ispirato al “Racconto di Natale” di Dickens, “Il Diavolo e il Presepe” vuole essere un omaggio alla tradizione del presepe, in particolar modo del presepe napoletano. Il racconto, in prima persona, del diavolo Potifar (interpretato sulla scena da Sergio Basile), si snoda con ironia e gusto per la citazione, mescolando personaggi storici – come lo scultore Giuseppe Sammartino e il Principe di San Severo, suo committente – e fantastici – come il protagonista e la “Bella Georgiana” – tra eleganti atmosfere settecentesche e vocianti vicoli popolari.

“Christmas Tale” delicato e ironico – ispirato al Racconto di Natale di Dickens e, per l’acre umorismo malinconico e l’ambientazione partenopea, al Natale in casa Cupiello di Eduardo – Il Diavolo e il Presepe vuole essere un omaggio alla tradizione del presepe, in particolar modo del presepe napoletano, vera e propria espressione d’arte scultorea, come testimoniano i meravigliosi presepi del ‘700 e dell’800 conservati presso il Museo della Certosa di San Martino a Napoli; tradizione che si mantiene ancora viva nel capoluogo partenopeo soprattutto nelle affollate strade a San Gregorio Armeno, dove tuttora abili mani di “artigiani figurari” intagliano e modellano statuine che popoleranno i presepi di tutto il mondo.

Il racconto, in prima persona, del diavolo Potifar (interpretato sulla scena da Sergio Basile), si snoda con ironia e gusto per la citazione, mescolando personaggi storici – come lo scultore Giuseppe Sammartino, e il Principe di San Severo, suo committente – e fantastici – come il protagonista e la “Bella Georgiana” – tra eleganti atmosfere settecentesche e vocianti vicoli popolari, recuperando il carattere notturno e ìnfero del presepe e gli originali aspetti simbolici dei suoi personaggi.

Lo spettacolo si arricchisce del contributo visivo di Toni Verità, con le sue figurine presepiali “animate”, tratte dal grande repertorio iconografico dei presepi napoletani, e ispirate dalle “anatomies mouvantes” del genio settecentesco Vaucanson – proiettate su schermo e dialoganti con il protagonista – e dei brani musicali – che si alternano e sottolineano il racconto stesso – eseguiti dal vivo da una formazione da camera, costituita da giovani interpreti, composta da un quintetto d’archi e un fagotto. Le musiche sono in parte un lavoro di trascrizione dal repertorio barocco napoletano (Scarlatti, Paisiello, Cimarosa, Pampani) e in parte composte per l’occasione “a la manière de” dal Maestro Enrico Fabio Cortese. La regia è di Andrea Di Bari.

La Storia

Ambientato nella Napoli del ‘700, patria di uomini di scienza ancorchè in odore di alchimia e negromanzia, come Raimondo di Sangro per intenderci, il racconto narra le disavventure del diavolo Potifar inviato sulla Terra (nei giorni che precedono la Vigilia di Natale) per comprare l’anima… di Giuseppe Sammartino, il celebre autore del “Cristo velato” (che si può ammirare nella Cappella del Principe di Sansevero, a Napoli). L’incontro nell’atelier dell’artista – che non disdegnava di modellare statuine del presepe per illustri committenti (come lo stesso re Carlo III) – con una giovane modella, una meravigliosa donna originaria del Caucaso (la Bella Georgiana) e il conseguente colpo di fulmine (nella tradizione del “diavolo in amore”, come il Belfagor di Machiavelli e quello di Cazotte) portano il demone alla prevedibile rovina. Ignorato dalla bellissima ragazza che gli preferisce un prestante garzone, il diavolo, folle di gelosia, si dimentica della stipula del contratto con il Sammartino, fissata per il 31 dicembre alla mezzanotte, con la conseguenza del ravvedimento religioso dello scultore e il fallimento della compravendita della sua anima… Trasformato per punizione da Belzebù in una grottesca statuetta di presepe (il “Nano con scimmie al guinzaglio”), per cento anni è costretto nella sua prigione di creta ad ammirare la Bella Georgiana (trasformata anche lei per vendetta diabolica in una figurina di presepe) che si rivolge seducente ad una alto dignitario turco, a cavallo…n due scimmie al guinzaglio, perso in una turba di suonatori, e poco distante da l Liberato per intercessione dell’Arcidiavolo Belfagor dalla sua prigione di creta, infine, Potifar, privato dei suoi poteri diabolici, viene scacciato dall’ Inferno e costretto a vagare sulla Terra per l’eternità “fino alla fine dei tempi ed oltre ancora”…Ma ad ogni Natale l’ex diavolo, che fu anche un angelo in un tempo remotissimo, passa per Napoli, passeggia per San Gregorio Armeno, la strada degli artigiani figurari, e si avvia verso la Certosa di San Martino. In una grande sala, si ferma ad ammirare un presepe, il presepe detto Cuciniello – dal nome del collezionista che lo aveva donato al Museo – un presepe immenso con centinaia di
personaggi e 42 angeli, bellissimi… Lì, il diavolo Potifar si sofferma lungamente a guardare un nano, goffo e inturbantato, con due scimmie al guinzaglio, perso in una turba di suonatori, e poco distante da lui, la Bella Georgiana con accanto un alto dignitario turco, a cavallo……

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