Dopo tre anni di tournée in tutta Italia, da giovedì 18 a domenica 21 gennaio approda al Teatro Fabbricone HAMLET TRAVESTIE un’improbabile tragedia della compagnia napoletana Punta Corsara (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30)
Ringraziamo l’Ufficio Stampa del Teatro Metastasio di Prato per averci segnalato questo evento
Dopo tre anni di tournée in tutta Italia, da giovedì 18 a domenica 21 gennaio approda al
Teatro Fabbricone
HAMLET TRAVESTIE
un’improbabile tragedia della compagnia napoletana Punta Corsara (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30)
La compagnia di Punta Corsara rappresenta un caso unico, forse irripetibile nel panorama del teatro italiano: i sei giovani attori e un tecnico che la compongono stabilmente erano allievi dei corsi di formazione nati per dare prospettive di riscatto creativo ai ragazzi del turbolento quartiere di Scampia, all’epoca insanguinato da lotte tra i clan. Marco Martinelli e Debora Pietrobono, direzione artistica e organizzativa fino al 2009, hanno affidato in seguito la guida del progetto al regista e attore Emanuele Valenti e all’organizzatrice Marina Dammacco. Il gruppo così è approdato a una travolgente professionalità, riuscendo a coinvolgere entusiasticamente il pubblico e facendo incetta di prestigiosi premi (hanno vinto nel 2010 il Premio Speciale Ubu e il premio Hystrio, nel 2012 il Premio Ubu Nuovo Attore Under 30, nel 2013 il Premio In-Box con Il Convegno, nel 2014 il Premio della Critica, nel 2015 il premio al festival I Teatri del Sacro).
HAMLET TRAVESTIE è il frutto di un articolato lavoro drammaturgico realizzato dal regista del gruppo Emanuele Valenti e dall’attore Gianni Vastarella con la collaborazione di Marina Dammacco. Insieme hanno ripreso una parodia settecentesca dell’originale shakesperiano a firma dell’inglese John Poole, contaminandola con un testo della tradizione napoletana, il Don Fausto di Antonio Petito.
L’insieme di queste suggestioni – l’Amleto di Shakespeare, la parodia di Poole, il Don Fausto di Petito – non serve banalmente a comporre un testo collage, ma è il punto di partenza per una storia contemporanea che ha per protagonista una sgangherata famiglia napoletana, i Barilotto, alle prese con vicende che hanno come comune denominatore la sopravvivenza: un marito-padre morto, i debiti da pagare a un losco strozzino che minaccia ritorsioni, e per giunta un figlio che a causa del nome, Amleto appunto, è convinto di essere il principe di Danimarca.
Per guarirlo, i parenti danno ascolto a un certo Don Liborio – un pasticcione, detto non a caso o’ Professore – che masticando un po’ di cultura li induce a riprodurre situazioni dell’Amleto, identificandosi a loro modo coi personaggi di Shakespeare, nella speranza di produrgli uno choc salutare.
Nella nitida regia di Valenti tutti i personaggi del dramma originario vengono così trasformati nelle coloratissime macchiette di un vivido affresco collettivo e, attraverso le chiavi della farsa, si accostano a Shakespeare con un approccio solo apparentemente irrispettoso, assimilandolo alla propria cifra stilistica e calandolo linguisticamente in un dialetto serrato e impervio: la prorompente Giuseppina Cervizzi è la mamma di Amleto, poi Gertrude, Christian Giroso è l’esilarante zio e il demenziale spettro paterno, Vincenzo Salzano è il figlio di Don Liborio, poi Laerte, Valeria Pollice è l’irresistibile fidanzata, poi Ofelia. E poi, a parte, l’intenso, pensoso Amleto di Gianni Vastarella, avvolto nella sua coperta patchwork come Linus, e il trombonesco Don Liborio dello stesso Emanuele Valenti.
Il fantasma dei classici traccia anche la via che conduce a una distorta contemporaneità: coniugando una mai retorica e stucchevole critica sociale con la commedia, l’epilogo della follia di Amleto esplode nell’omicidio dello strozzino, la farsa cede il passo alla realtà con un poco sotteso riferimento alla malavita organizzata, Amleto finisce in galera (e «la Danimarca è una prigione») e l’intera famiglia scappa per sfuggire alla camorra.
Una storia volutamente esagerata, per uno spettacolo coloratissimo.
BIGLIETTI DA 10 A 17 EURO, LAST MINUTE 8,50 EURO
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Info Teatro Metastasio – tel 0574 608501 – Cristina Roncucci 0574/24782 (interno 2) – 347 1122817