→ Chiedere la fine del conflitto in Ucraina è una cosa, sospendere l’invio delle armi è tutt’altro. La pace per essere tale deve essere giusta e non dettata dalla legge del più forte come accadrebbe le l’Ucraina non potesse difendersi anche con le armi occidentali dall’invasione operata dalla Russia.
Pace = rinuncia alla legittima difesa?
Pace = via libera ai bulli e alla legge del più forte?
Inviare armi a chi si difende
non vuol dire essere guerrafondai
Al contrario!
Da qualche tempo si sente sempre più parlare di manifestazioni pacifiste contro la guerra in Ucraina e della “necessità” di sospendere l’invio di armi al governo di Zelensky per favorire la pace e il termine del conflitto.
Manifestare per la pace è sempre cosa buona e giusta ma altrettanto giusto sarebbe anche evidenziare bene i ruoli e le responsabilità nei conflitti.
A chi chiede di sospendere l’invio di armi in Ucraina verrebbe da chiedere cosa farebbe loro se qualcuno occupasse abusivamente il loro appartamento e dopo aver richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per far sgombrare con la forza chi non se ne vuole andare nonostante la palese violazione del diritto sotto casa i passanti manifestassero contro la polizia e contro l’uso della forza in nome di una non violenza mal interpretata.
Io dico che se davvero quelle persone che chiedono la sospensione dell’invio delle armi fossero disposte a sopportare in casa gli occupanti abusivi senza chiedere l’intervento delle forze dell’ordine allora che chiedano a gran voce ciò che ritengono giusto.
Agli altri, immagino la maggior parte, forse un esame di coscienza non guasterebbe!
Zelensky ha vietato la pace per legge?
No, non è così. Zelensky ha firmato un decreto che impedisce all’Ucraina di cedere territori che sono suoi per il diritto internazionale in cambio di una sospensione delle attività belliche da parte dei russi.
Non è forse quello che abbiamo fatto anche in Italia con la piaga dei sequestri di persone bloccando i beni delle famiglie dei sequestrati per impedire i pagamenti che avrebbero solo favorito i sequestratori?
La storia nostrana ci ha insegnato che quel sistema ha funzionato e che la piaga di qualche decennio fa per fortuna si è di molto ridimensionata se non proprio scomparsa del tutto.
Ai pacifisti consiglierei di invitare Putin a retrocedere almeno ai confini del 23 febbraio 2022 prima di chiedere a Zelensky di fermare le armi.
Se davvero i russi tornassero indietro a prima dell’invasione del 24 febbraio allora si potrebbe arrivare a chiedere un cessate il fuoco anche agli ucraini e instaurare un tavolo serio di trattative, magari in sede ONU, per dirimere le questione Donbass e Crimea e risolvere i problemi per via diplomatica.
Altrimenti sarebbe come dire: “visto che Putin è il più forte allora lasciamogli fare quello che vuole altrimenti ci minaccia con l’atomica”.
Cosa insegnano ai nostri figli? A soccombere ai bulli?
Persino il mahatma Gandhi, di sicuro non un guerrafondaio, aveva chiarito senza ombra di dubbio che “non-violenza” non significa accettazione supina della prepotenza e che al difesa è legittima purché commisurata all’offesa ricevuta (lo dice anche il nostro codice penale, peraltro).
Volere la pace è giusto e sacrosanto ma perché sia una vera pace occorre ripristinare il diritto internazionale.
Altrimenti avremo solo rimandato il peggio a fra qualche tempo e l’esempio della Crimea del 2014 ce lo ha mostrato chiaramente.
Allora ci girammo dall’altra parte pensando che non fossero fatti nostri e sappiamo dalle cronache odierna cosa è accaduto.
Giriamoci dall’altra parte anche oggi, anche non inviando armi a chi si difende, e chissà cosa potrà accadere domani!
Se gli americani durante il Secondo Conflitto Mondiale non avessero dapprima sovvenzionato in primi i britannici contro la tentata invasione di Hitler in Inghilterra e non fossero scesi direttamente in campo poi contro l’Asse oggi i pacifisti o presunti tali avrebbero ancora il diritto di scendere in piazza e poter dire la loro?
Di sicuro nessuno può farlo a Mosca o in qualunque altra città russa, questo è certo.
Parafrasando un Arbore d’annata verrebbe da concludere con un “meditate gente, meditate gente”.

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